Il mondo del cinema continua a offrire spunti interessanti, spaziando dai dettagli nascosti nei grandi blockbuster ai film d’azione che cercano una seconda vita sulle piattaforme di streaming. Se da un lato i fan di Top Gun: Maverick stanno ancora analizzando le sottigliezze della sceneggiatura che legano il sequel al cult degli anni Ottanta, dall’altro gli abbonati Netflix possono finalmente valutare se l’ultima fatica di Guy Ritchie meriti più attenzione di quanta ne abbia ricevuta in sala.

Un richiamo lungo trent’anni

Per chi ha seguito con attenzione le vicende di Pete “Maverick” Mitchell, l’apparizione di Jennifer Connelly nel ruolo di Penny Benjamin non è stata casuale. Sebbene il personaggio non avesse un volto nel primo capitolo del 1986, il suo nome era già riecheggiato in una delle scene più iconiche del film originale. Si tratta del momento in cui Stinger, rimproverando il giovane pilota per la sua sconsideratezza, elencava le sue “bravate”: dall’aver perso la qualifica di capo squadriglia per tre volte ai passaggi radenti sulla torre di controllo. La lista delle accuse si concludeva con un riferimento personale tagliente: un passaggio a bassa quota sopra la figlia dell’ammiraglio.

È in quel frangente che Goose, con la sua tipica ironia, sussurrava al collega il nome della ragazza: “Penny Benjamin?”. Per il sequel, la produzione ha deciso di dare corpo a quel fantasma del passato, affidando il ruolo alla Connelly. L’attrice, in una recente intervista a The Hollywood Reporter, ha spiegato come lei e Tom Cruise abbiano lavorato per costruire un background credibile, immaginando una relazione intermittente e turbolenta che non aveva mai trovato un lieto fine prima degli eventi narrati in Maverick.

La rivincita di Jason Statham in streaming

Spostando l’attenzione dal grande schermo all’home video, il catalogo Netflix si arricchisce con Operation Fortune, un titolo che potrebbe rappresentare una piacevole sorpresa per gli amanti dell’action vecchio stile. Il film, diretto da Guy Ritchie e interpretato da Jason Statham, ha avuto un percorso distributivo travagliato: l’uscita nelle sale è stata posticipata a causa di sfortunati parallelismi della trama con la guerra in Ucraina, fattore che ha inevitabilmente smorzato l’interesse del pubblico al botteghino.

Nonostante un’accoglienza tiepida da parte della critica internazionale — con punteggi che si aggirano intorno al 51% su piattaforme come Rotten Tomatoes e MetaCritic — la pellicola possiede qualità innegabili che la distinguono dalla media dei recenti film d’azione. Molti recensori specializzati, inclusa la redazione di FILMSTARTS, hanno lodato l’opera definendola un intrattenimento “Old School” nel senso migliore del termine. A differenza di altri lavori recenti di Statham, qui si percepisce chiaramente il divertimento del cast stellare, che include nomi del calibro di Hugh Grant, Josh Hartnett, Aubrey Plaza e Cary Elwes.

Spie capricciose e missioni impossibili

La trama di Operation Fortune ruota attorno alla figura di Orson Fortune, una spia tanto letale quanto esigente. Il personaggio interpretato da Statham è l’incubo del suo contatto governativo, Nathan Jasmine, a causa delle sue richieste stravaganti: soffrendo di claustrofobia, Fortune accetta le missioni solo se può viaggiare su spaziosi jet privati, pretendendo inoltre vini pregiati per presunte ragioni mediche e vacanze di lusso come compenso.

La crisi scatta quando da un laboratorio di ricerca ucraino viene trafugato un oggetto misterioso, il cui valore sul mercato nero è stimato in dieci miliardi di dollari. L’intelligence britannica, non sapendo nemmeno cosa sia stato rubato, è costretta a richiamare Fortune. La strategia per avvicinare l’acquirente, l’eccentrico miliardario Greg Simmonds (interpretato da Hugh Grant), è tanto geniale quanto assurda: reclutare Danny Francesco, la star di Hollywood preferita dal criminale, affinché reciti la parte dell’agente segreto nella vita reale. Un mix di azione e commedia che, superati gli ostacoli distributivi, merita ora una visione spassionata.