Il panorama automobilistico della casa bavarese si arricchisce di un doppio importante aggiornamento che unisce il futuro del segmento crossover con la storia industriale del marchio. Da un lato assistiamo al lancio commerciale in Italia della nuova generazione di BMW X2, vettura che punta su elettrificazione e design, dall’altro si celebra un traguardo produttivo senza precedenti per la leggendaria Serie 3, vera spina dorsale dell’azienda da mezzo secolo.

Il debutto della nuova X2 e le motorizzazioni

Con l’arrivo nelle concessionarie italiane, la nuova BMW X2 si presenta con un’offerta variegata che comprende quattro versioni distinte, pensate per soddisfare ogni tipo di esigenza, dal termico tradizionale all’elettrico puro. La gamma si apre con la sDrive20i, spinta da un motore 1.5 a benzina a tre cilindri supportato da un sistema mild-hybrid a 48 V, capace di erogare complessivamente 170 CV. Per i macinatori di chilometri rimane disponibile la motorizzazione diesel sDrive18d, un affidabile 4 cilindri 2.0 da 150 CV. Chi cerca le prestazioni pure potrà orientarsi sulla M35i, equipaggiata con un potente 2.0 benzina da 300 CV. La vera novità è però rappresentata dalla iX2 xDrive30, la variante completamente elettrica: grazie a due motori posizionati uno per asse, la vettura sprigiona 313 CV ed è alimentata da una batteria da 64,8 kWh, promettendo un’autonomia compresa tra i 417 e i 449 km nel ciclo WLTP.

Prezzi e allestimenti per il mercato italiano

Il listino prezzi riflette la complessità tecnologica e il posizionamento premium del modello. La soglia d’ingresso è fissata a 44.800 euro per la versione diesel sDrive18d, mentre la controparte a benzina ibrida parte da 46.100 euro. Salendo di livello, la versione elettrica iX2 richiede un esborso di partenza di 60.000 euro, cifra che sale a quasi 64.000 euro per l’allestimento MSport. Al vertice della gamma termica troviamo la sportiva M35i, proposta a 63.200 euro. Gli allestimenti disponibili sono tre: base, MSport e la specifica configurazione M Performance riservata alla M35i.

Dotazioni di serie e pacchetti opzionali

BMW ha previsto una dotazione di partenza piuttosto completa, che include cerchi da 18 pollici, fari Bi-Led, portellone posteriore elettrico e un comparto tecnologico dominato dal cruscotto digitale da 10,25 pollici affiancato dal display multimediale da 10,7 pollici. Non mancano gli assistenti alla guida essenziali, come la frenata d’emergenza e il cruise control, oltre al climatizzatore bi-zona e ai servizi Connected Drive. La versione MSport arricchisce l’offerta con interni in alcantara e veganza, sedili sportivi, cerchi da 19 pollici e sospensioni adattive. La lista degli optional permette ulteriori personalizzazioni: tra i pacchetti più interessanti figurano il Premium Pack e l’Innovation Pack, che a fronte di 3.400 euro aggiunge l’Head-Up Display, la griglia illuminata e sistemi ADAS avanzati. Per i più esigenti, la vernice metallizzata Frozen Portimao Blue richiede un supplemento di 2.500 euro.

Un record storico per la Serie 3

Mentre la X2 rappresenta l’evoluzione contemporanea del brand, la Serie 3 conferma il suo ruolo di pilastro storico. BMW ha recentemente annunciato il raggiungimento di un traguardo impressionante: 18 milioni di esemplari prodotti dal 1975 a oggi. Nessun altro modello della casa di Monaco si avvicina a queste cifre. La Serie 3 non è stata solo un successo commerciale, ma il motore dell’espansione globale del marchio, essendo stata assemblata in 18 stabilimenti distribuiti in 13 paesi tra Europa, Africa, Asia e Nord America.

Monaco: il cuore dell’innovazione produttiva

Tutto ha avuto inizio a Monaco con la prima generazione (E21). Lo stabilimento bavarese è diventato ben presto il punto di riferimento per la produzione flessibile, adottando già nei primi anni ’80 sistemi di automazione all’avanguardia. Con l’arrivo della seconda generazione nel 1982, BMW introdusse un reparto carrozzeria completamente automatizzato, dove i robot gestivano oltre il 90% delle saldature, una rarità per l’epoca. Questo approccio ha permesso di aumentare i volumi mantenendo tolleranze strettissime, un requisito fondamentale man mano che la gamma si ampliava con nuove varianti di carrozzeria. Ancora oggi, nonostante i continui aggiornamenti ai processi di verniciatura e logistica, la Serie 3 rimane il fulcro dell’impianto di Monaco.

L’espansione globale e la standardizzazione della qualità

La domanda crescente rese presto insufficiente la sola produzione a Monaco. Già nel 1980 si aggiunse Dingolfing, seguita da Regensburg nel 1986. Tuttavia, la vera svolta internazionale avvenne con l’apertura degli stabilimenti di Rosslyn in Sudafrica (1984) e Spartanburg negli Stati Uniti (1994). Queste non erano semplici fabbriche di assemblaggio secondarie, ma siti produttivi completi che costrinsero BMW a standardizzare i processi a livello globale: una Serie 3 doveva essere identica, sia che uscisse da una linea di montaggio in Germania sia che venisse prodotta in Sudafrica. Questa strategia ha fatto scuola, tanto che quasi ogni nuovo stabilimento aperto da BMW negli ultimi decenni, da Lipsia fino a San Luis Potosí in Messico e alle joint-venture in Cina, ha iniziato le operazioni proprio producendo una versione della Serie 3, confermando il modello come vera costante nel sistema produttivo del gruppo.